Omelia della Messa Crismale del Giovedì santo 2006

13-04-2006

Omelia della Messa Crismale del Giovedì santo 2006
Dall’incontro con Gesù, pane vivo, la forza e la bellezza della nostra missione

Miei carissimi Sacerdoti e Diaconi!
Mio popolo amato!
La Messa crismale del Giovedì Santo è stata sempre per me – da quando ho scoperto la mia vocazione al sacerdozio – e lo è certo per tutti Voi un’ora di grazia particolare, in cui rinnovare nel più profondo del cuore il senso della Chiesa e l’amore che ci lega ad essa, nostra madre nella Grazia. È veramente bello stare insieme come fratelli, e avvertire fra di noi la presenza dell’Amato, il Signore Gesù, che proprio in questo giorno, istituendo l’eucaristia, istituì la Chiesa e ci fece dono di entrambe. È alla luce di questo duplice ed unico dono che desidero meditare con Voi sulla nostra vocazione di Pastori, che dall’eucaristia quotidianamente celebrata attingono la forza e la luce della loro carità pastorale e dall’incontro di ogni giorno con Gesù, pane di vita, si lasciano plasmare per essere sempre più e sempre meglio ‘ come desideriamo e speriamo ‘ riflesso umile e irradiante di Lui, il bel Pastore, che è la luce della nostra vita e della vita del mondo. Lo faccio partendo da una testimonianza che suonerà certamente cara al cuore di tutti noi, perché viene da quel Padre e Pastore amatissimo che è stato Giovanni Paolo II, che è dolce ricordare e sentire vicino nella comunione dei santi in questa prima Pasqua che egli celebra in cielo.