– Padre Renato Salvatore direttore
Gesù, convocati i dodici, diede loro l’autorità su tutti i demòni e il potere di guarire le malattie.
Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire i malati (Lc 9,1-2)
«È necessario che questa preziosissima eredità, che la Chiesa ha ricevuto da Gesù Cristo “medico di carne e di spirito”, non solo non venga mai meno, ma sia sempre più valorizzata e arricchita attraverso una ripresa e un rilancio deciso di un’azione pastorale per e con i malati e i sofferenti. Dev’essere un’azione capace di sostenere e di promuovere attenzione, vicinanza, presenza, ascolto, dialogo, condivisione e aiuto concreto verso l’uomo nei momenti nei quali, a causa della malattia e della sofferenza, sono messe a dura prova non solo la sua fiducia nella vita ma anche la sua stessa fede in Dio e nel suo amore di Padre» (Christifideles laici, 54).
La pastorale della salute, nella Nota della Consulta Nazionale CEI (1989), è “descritta come la presenza e l’azione della Chiesa per recare la luce e la grazia del Signore a coloro che soffrono e a quanti se ne prendono cura.
Non viene rivolta solo ai malati, ma anche ai sani, ispirando una cultura più sensibile alla sofferenza, all’emarginazione e ai valori della vita e della salute” (La pastorale della salute nella Chiesa italiana, 19).
Facciamo nostri i seguenti obiettivi della Nota pastorale Predicate il Vangelo e curate i malati (n. 4):
favorire il discernimento delle sfide poste dal mondo della salute alla presenza e all’azione della Chiesa, prospettando linee di collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà;
offrire stimoli per un’educazione al valore della salute e al senso della sofferenza, interpretate alla luce del mistero di Gesù Cristo;
sostenere l’integrazione della pastorale sanitaria nella pastorale d’insieme delle comunità cristiane;
promuovere una maggiore integrazione tra l’assistenza spirituale assicurata nelle strutture sanitarie e la cura pastorale ordinaria nelle parrocchie, sviluppando forme di collaborazione tra le cappellanie ospedaliere e le comunità ecclesiali territoriali;
fornire indicazioni per il coinvolgimento di tutte le componenti del popolo di Dio nella pastorale della salute, potenziando gli organismi di comunione e corresponsabilità;
promuovere una maggiore organicità e progettualità della pastorale sanitaria, anche mediante specifici itinerari formativi.
Inoltre, l’Ufficio per la pastorale della salute assume come suoi compiti:
– il supporto dell’attività dei cappellani;
– la cura pastorale degli operatori sanitari;
– il coordinamento della pastorale delle istituzioni socio-sanitarie di ispirazione cristiana;
- la collaborazione con le associazioni e gli organismi ospedalieri nonché i gruppi di volontariato sanitario di ispirazione cattolica;
– la riflessione sui problemi morali e pastorali riguardanti il mondo della salute.
«Per raggiungere questi obiettivi sono insufficienti i documenti del Magistero, la buona volontà di pochi “addetti ai lavori” (cappellani, religiosi/e, operatori pastorali…), i centri accademici di formazione…; è urgente che l’impegno sia assunto come incombenza da tutta la comunità cristiana nella varietà dei suoi membri. Ogni battezzato deve percepire ed attuare il comando di Gesù: “Annunciate il regno di Dio, curate gli infermi” (Lc 9, 2), essendo un “soggetto primario” della pastorale della sanità in tutte le sue diramazioni» (Ufficio Nazionale per la pastorale della Salute).
“La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente. Questo vale per il singolo come per la società. Una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la compassione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana” (Spe salvi, 38).