+ Bruno Forte
Arcivescovo Metropolita di Chieti – Vasto
Chieti, 11 settembre 2024
Ai Dirigenti Scolastici, ai Docenti,
al Personale non Docente e agli Studenti
delle Scuole dell’Arcidiocesi – Loro Sedi
Cari Amici,
l’inizio di quest’anno scolastico 2024-2025 si presenta segnato dal diffuso bisogno di pace, che abbraccia non solo i popoli oppressi dalla guerra, ma anche le altre nazioni, che dei conflitti risentono in vario modo le conseguenze e che per altri aspetti ad essi partecipano col supporto di aiuti economici e militari: è dunque a questo grande tema della pace che dedico la riflessione a Voi indirizzata nell’intraprendere il cammino dell’anno che ci è davanti. Recentemente il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, riguardo alla drammatica situazione in Terra Santa, segnata dal conflitto scaturito dall’azione terroristica di Hamas lo scorso 7 ottobre, con la morte di oltre 1200 fra civili e militari israeliani e il rapimento di circa 250 ostaggi, e la risposta dello Stato ebraico nella striscia di Gaza, che ha prodotto finora decine di migliaia di morti, ha affermato: «La guerra finirà – certo – e spero che coi negoziati si arrivi a qualcosa, anche se ho un po’ di dubbi: ma sappiamo tutti che questo negoziato è l’ultimo treno e che se non arriva un cessate il fuoco sarà drammatico, si avrà una degenerazione. Ci è rimasta solo la preghiera». Agli occhi di chi non crede nel Dio destinatosi a noi con la Sua rivelazione e fedele nell’amore queste parole possono sembrare una resa alla durezza della realtà, più forte di ogni volontà di pace e di giustizia da raggiungere. Per chi le valuta con fede, esse richiamano invece un duplice orizzonte, cui non rinunciare mai, neanche in un’ora così drammatica della storia.
Il primo orizzonte è quello che fa guardare alla vicenda umana nella prospettiva dell’assoluto primato di Dio, cui nulla è impossibile. Riconoscere la sovranità di Dio vuol dire oggi – in Israele, come a Gaza, in Libano come in Ucraina – restare aperti all’“impossibile possibilità” che l’Eterno può sempre riservarci, e a cui aprono appunto lo sguardo della fede e l’invocazione umile e accogliente della preghiera. Un secondo orizzonte cui guardare come fonte di un nuovo e urgente impegno, che deve assumere forma in Terra Santa e in ogni luogo di conflitto, è quello del perdono. Ha affermato il Patriarca Pizzaballa: “Parlare di perdono in Terra Santa non è un’astrazione. Giustizia, perdono, sono per noi parole importanti, difficili e che toccano concretamente la carne e la vita delle persone”. Se questo può apparire astrazione agli occhi di chi non crede, per la fede cristiana non è così: essa “non può essere separata dall’idea di perdono. La fede è l’incontro con Cristo che ti salva e perdona”, e Lui “sulla croce non ha atteso che si facesse giustizia per perdonare. Ha perdonato”. Credere nella forza del perdono è proprio di chi nella preghiera ha chiesto e ottenuto perdono da Dio: perciò la preghiera è e resta la grande scuola di umanità, dove imparare tutti ad accoglierci gli uni gli altri, a chiedere e offrire il perdono, a sentirci amati dal Padre di tutti per imparare a riconoscerci uniti dal Suo amore, più grande di ogni nostra misura. Invito dunque tutti Voi a riflettere sull’importanza del perdono come via alla pace e sulla necessità di aprirsi alla misericordia del Dio vivente per giungervi.
Nella certezza che il Signore non abbandona nessuno, chiedendo solo fede, fiducia e fedeltà responsabile, auguro a tutti un anno scolastico impegnato, serio, gioioso e ricco di buoni frutti per tutti, affidando al Signore ciascuno e il cammino che sarete chiamati a compiere insieme. Con questo auspicio Vi benedico, portandoVi nella preghiera e nel cuore
Padre Arcivescovo