I
La santità, una grazia per tutti,
un dovere di tutti
I. Nel nome della Trinità. Amen.
Giovanni Paolo II, nella Bolla d’indizione del Giubileo, ricorda il carattere marcatamente trinitario che ha inteso dare alla sua preparazione: «Gli anni di preparazione al Giubileo sono stati posti sotto il segno della Santissima Trinità: per Cristo – nello Spirito Santo – a Dio Padre. Il mistero della Trinità è origine del cammino di fede e suo termine ultimo, quando finalmente i nostri occhi contempleranno in eterno il volto di Dio» (Incarnationis mysteiuum, n.3).
Noi ci siamo sforzati di compiere questi tre passi verso il Giubileo, nel nome della Trinità santissima. Abbiamo meditato, pregato e contemplato, come abbiamo potuto, con la qualità e le misure diverse della nostra spiritualità. Per stimolarvi a farlo vi ho inviato tre lettere: Non dire di no a Cristo (1997), Non rattristare lo Spirito (1998), Non disonorare il Padre (1999). Quei tre «Non» intendevano rimarcare che almeno il minimo non deve mancare nel nostro rapporto col Dio trinitario; ma, evidentemente, si richiede di più. Quanto di più? A tale domanda rispondo con la parola dominante: questa parola è la santità.
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