Messaggio di pace e di speranza

 Dopo gli attentati in Usa

 Carissimi,

grazie a voi, uomini e donne di buona volontà, che condividete come Chiesa diocesana questo momento di preghiera. Grazie per la vostra fede e grazie per quella volontà che nutre le nostre speranze di pace.
Questa nostra Chiesa Cattedrale questa sera è contemporaneamente piena del dolore del Golgota ma anche nutrita della dolcezza del Sepolcro vuoto che come acqua scende teneramente a temperare la durezza del cuore al fine di ottenere la grazia della pace e della speranza.
Sono davanti a noi, anzi dentro di noi, una molteplicità di conflitti: morte e vita, tragedia e speranza, barbarie e civiltà, odio e amore superbia e bontà, angosciante paura e coraggiosa saggezza per sciogliere questi conflitti. Siamo ora davanti a Dio, alla Sua sovrana e infinita misericordia ma anche, carissimi, davanti alla Sua unica e solenne Verità. Risuona anche per questa umanità, di cui noi siamo parte, l’interrogativo dei primi giorni del mondo, lo stesso che Dio rivolse a Caino e che oggi rivolge ai suoi figli peccatori perchè uccisori di fratelli e sorelle: «Che hai fatto?» (Gn 4,3 – 10). E ancora Dio è costretto a sentire la superba risposta dell’insipiente umanità: «… forse sono io il guardiano di mio fratello?» (Gn 4,3-10). E questa risposta, carissimi, è tanto più dolorosa perchè è la risposta anche di chi di fatto invoca il nome santo di Dio e Lo prende a protezione e giustificazione di atti contro alcuni suoi figli, oppure Lo invoca per celebrare una giustizia che rischia di aprire nuove ferite e annodare linguaggi sempre più incomprensibili.
Dio, qualunque fede si abbia, non può essere compromesso nelle nostre stupide guerre.

Siamo a pregare per chiedere e sperare da Dio, nostro Creatore e Signore e Padre, alcune grazie.
1 – Chiediamo innanzitutto misericordia, misericordia di amore, dono di verità.
Chiediamo misericordia e anchepace per le vittime immolate dalla cattiva intelligenza che si è fatta barbarie.
Pace per i cuori di chi versa le lacrime di dolore e di paura,che è sempre madre di un profondo smarrimento dentro la società senza volti amici e senza volti fraterni.
Pace e misericordia! Sì, pace e misericordia per i cuori carichi di rabbia demoniaca e avvelenati dalla sete di un’utopia nutrita di un potere religioso.
Misericordia, Signore, Misericordia!
Misericordia che vive di adorante silenzio davanti al mistero delle iniquità.
Misericordia che grida la verità che salva davvero.
Misericordia di adorante silenzio davanti al Cristo Crocifisso, icona alta di tutti i dolori del mondo.
Misericordia che vive di silenzio davanti a quel Sepolcro vuoto che ci dice dove sta la Verità che salva.

2 – Chiediamo saggezza non vendetta!

Siamo, carissimi, davanti ad un evento non collocabile nel ventaglio delle antiche tentazioni di vincere un nemico ben noto.
Abbiamo studiato tutti le guerre di nemici conosciuti o verso nemici conosciuti.
Siamo oggi messi nel tentativo di far lottare l’umanità contro se stessa, di mettere l’umanità tutta in un conflittodi morte collettiva.
Dio dia saggezza ai cuori degli uomini del potere!
Facciano essi memoria delle parole della Bibbia:
«Dio resiste aisuperbi, agli umili invece dà la Sua grazia» (Gc 4,6).
La violenza non sana la violenza. E nemmeno la elimina, l’accresce!

Ci piaccia o no siamo stati messi davanti ad un martirio della storia, davanti ad un martirio dell’umanità. Ogni martirio ha la sua gloriosa profezia perchè il martirio di tanti fratelli e sorelle è sempre una cattedra che solo gli uomini saggi e liberi, gli amanti della verità,sanno prendere ad ammaestramento. Un martire «non risorge» per vendetta. Caino non capirà mai la beatitudine dei miti e dei giusti, per i quali la regola è la sovranità d’amore di Dio.
Signore dona saggezza e sapienza dello Spirito Santo a chi è stato offeso e ferito e a chi è chiamato a ragionare con libertà e verità sulla storia dei nostri giorni.
Signore facci capire che non si può globalizzare il metodo dei violenti, si finirebbe – come dice la parola santa di Tuo Figlio – «Per perire tutti allo stesso modo» (Lc 13,5).
Lo stesso Tuo Figlio, Padre santo e amato, ci ha anche educati a superare la giustizia degli scribi e dei farisei (Mt 5,20-24).
Facci dono di sagezza, o Signore!

3 – Chiediamo il dono della verità che ci converte e che ci fa vivere!
La verità di Dio, la verità che è Dio, ci deve aiutare a fare percorsi nuovi, tutti, sul campo delle grandi controversie che turbano i giorni dell’umanità.
La verità di Dio ci deve aiutare a ragionare sul senso della vita e del temporaneo soggiorno in questa meraviglia di giardino che Dio ha dato ai suoi figli.
La verità di Dio ci deve aiutare a praticare percorsi più evangelici sul versante della giustizia e della solidarietà.
La verità ci deve aiutare a guardare con temperanza, con molta temperanza, alle diversità culturali, religiose, etniche, con le quali ormai viviamo e in nome delle quali dobbiamo abbandonare supremazie che si rivelano sempre più ridicole.
La verità di Dio ci deve aiutare ad operare per nuovi modelli di tollerante e rispettosa convivenza, sciogliendo i legacci stretti di un mercantilismo che tutto descrive e apprezza per bramosie opulente e finisce poi come dice S. Giacomo «… a far spendere per i vostri piaceri» (Gc 4,3).

Carissimi, l’umanità sopporta sempre una doppia schiavitù, che di volta in volta si fa conflitto, si fa cattedra anche se non compresa.
La schiavitù «dell’avere eccessivo» e quella del «non avere» che genera indignità della vita.
Non abbiamo bisogno di essere spettatori di travasi violenti, ma abbiamo l’obbligo della conversione alla beatitudine del Regno di Dio, celebrato ora nel tempo con un’autentica solidarietà. E vorrei chiedere a voi, uomini e donne di fede, che siete qui a pregare: ripassiamo insieme la Parola solenne della Chiesa espressa nel Concilio, suggerita da Giovanni XXIII, oggi beato, suggerita da Paolo VI, testimoniata con infaticabile amore da Giovanni Paolo II: «la Chiesa è serva del mondo quando essa si fa profezia per il mondo».
Mi piacerebbe pensare che anche la nostra Chiesa diocesana ragionasse su questo e abbandonasse quella superficiale reazione che è comprensibile sul versante dell’umano ma non è assolutamente dentro il piano evangelico.

A conclusione di questi pensieri che affido a tutti, che spero diventino per tutti noi grazia di Vangelo, apro lo sguardo sull’icona del Calvario e vedo l’Addolorata, la Madre del pianto, che guarda e adora la Crocifissione del Figlio ma che custodisce insieme la grazia della Risurrezione.

Maria ci ottenga da Dio la sapienza del solidale dolore ma anche della sapiente e gloriosa speranza.
Amen.