Giornata mondiale della Gioventù

 A Chieti due mila giovani della diocesi

 «Udicesimo comandamento: diverti il prossimo tuo come te stesso!». Non si aspettava, Giobbe Covatta, di trovare un pubblico così: un pubblico di giovani, ma di quelli ricchi di una «sapienza del cuore»; un pubblico di persone allegre, ma che sanno essere anche ragazzi seri che sanno riflettere; un pubblico di amici che vogliono divertirsi, ma che sono «seguaci» che sanno testimoniare ciò in cui credono, decidersi per la scelta fondamentale della sequela.
E non se lo aspettavano neppure Anonimo Italiano e Silvia Salemi, ospiti di eccezione della XVI giornata mondiale della gioventù che la nostra diocesi ha celebrato a Chieti in piazza san Giustino; perchè quei duemila volti, quelle mani alzate al ritmo dei canti dell’estate «di Tor Vergata», quei sorrisi coraggiosi e sereni, hanno lasciato la curiosità per una fede vissuta con linguaggi concreti di festa e di gioia.
É iniziato con l’intronizzazione della Croce, nella gelida piazza profumata d’incenso, il più grande raduno annuale dei giovani; con loro, arrivati da tutte le parrocchie della diocesi, l’Arcivescovo e il Centro diocesano di pastorale giovanile che ha lavorato con impegno per permettere a tutti di godere l’atmosfera di festa. A ricordare la grande Gmg romana è stata Anna Santoro, membro del Forum nazionale dei laici: «Siamo qui – ha spiegato – per dimostrare che i giovani di Tor Vergata non hanno subito una diaspora; al contrario, quelle giornate sono vive in noi. La festa di oggi non è un momento di nostalgia nè di ansia per il prossimo appuntamento di Toronto. Oggi siamo qui per testimoniare il nostro entusiasmo, la gioia e il bisogno di essere santi».
Santi nel quotidiano, come ha indicato Francesco Graziani, campione del mondo con la nazionale di calcio nel 1982; ma anche santi di quelli un po’ speciali, come Pier Giorgio Frassati di cui è ricorso nei giorni scorsi il centenario dalla nascita. «Non è difficile – ha spiegato Enza Ricciardi, presidente dell’associazione romana – raggiungere la santità se inizieremo, come invitava Pier Giorgio, a vivere e non a vivacchiare».
Una santità nel quotidiano, infine, come quella testimoniata da padre Fabio Duque Salamillio, sottosegretario del Pontificio consiglio per la cultura, che ha raccontato della sua famiglia sterminata dai narcotrafficanti ed ha spiegato: «Ogni giorno dobbiamo prendere la propria Croce attraverso cui riconosciamo l’amore di Dio perchè con essa ci concede la forza di essere suoi testimoni». Testimoni veri, quelli a cui sono stati invitati i giovani: «Siate svegli – ha ricordato l’Arcivescovo – contro una cultura che non vi propone libertà e dignità; non cedete la testa a nessuno, mettetevi dritti sulla Croce! Gesù vi offre se stesso come modello».