Dopo Tor Vergata

 Incontro dei responsabili della Pastorale Giovanile

 Si sono incontrati a Chieti i responsabili della Pastorale Giovanile di otto delle undici diocesi della Ceam. Una verifica e una programmazione affinché, a pochi mesi dal memorabile incontro mondiale dei giovani col Santo Padre, la gioia e la grazia di quei giorni non passi invano ma si radichi nel vissuto quotidiano dei ragazzi che, ogni giorno, sono chiamati a scommettere la propria vita sull’invito del Papa: «Incendiate il mondo»!.
Coordinati dal disponibile e competente servizio di don Giuseppe Di Virgilio, i responsabili diocesani hanno vissuto, col nostro Arcivescovo, un momento di condivisione delle proprie esperienze durante la Gmg. Un incontro per monitorare il lavoro svolto ad agosto, ma anche per esprimere le proprie iniziative diocesane e programmare itinerari unitari nella prospettiva di Toronto 2002. «Come in una catena di montaggio ‘ ha mostrato don Giuseppe ‘ che non finisce mai: già si riparte per la prossima Giornata Mondiale!». Ed ha continuato: «I nostri giovani hanno fatto una grande esperienza di volontariato e solidarietà; sono emerse potenzialità inaspettate ed occorre organizzare qualcosa di concreto perché queste disponibilità non si perdano. Ora, dopo Tor Vergata, c’è un ripartire dal tema della nuova comunicazione della fede, con gli strumenti e le forme che esso presuppone».
Tanti gli stimoli proposti e le provocazioni espresse dalle singole diocesi; diverse le modalità che ogni Chiesa locale ha optato per l’inizio delle attività nel nuovo anno pastorale. In tutte, però, appare chiara l’urgenza di trovare momenti di forte spiritualità e di concrete iniziative perché la fede sia vissuta dai giovani nella loro realtà quotidiana: per una testimonianza più efficace che sappia essere valida alternativa alla massificazione della società. Tra le proposte delineate, consenso hanno ottenuto due idee dell’Arcivescovo che ha spiegato: «Mi piacerebbe provocare le diocesi su percorsi comuni lasciando poi loro la libertà di incarnarli nel loro tessuto secondo le singole esigenze. Abbiamo il compito di custodire i giovani che ci seguono ma abbiamo anche l’obbligo, forse più impegnativo, della missione per avvicinare i ragazzi lontani». E così, saranno valutate nel prossimo incontro, programmato per gennaio, delle modalità per offrire percorsi di spiritualità dal significativo tema: ‘Chi credo?’. «Occorre ‘ ha continuato l’Arcivescovo ‘ tornare all’interrogativo fondamentale, per immetterci in questo nuovo anno con una rinnovata spiritualità e seguire, nel contempo, le indicazioni del Papa che ci invitava ai laboratori della fede». E poi un percorso sull’affettività, per educare e formare ad un dono che i giovani, spesso, poco conoscono: «Potremmo pensare ‘ ha continuato ‘ ad un percorso comune sulla vocazione all’amore, secondo un cammino che, con continuità, coinvolgerà i giovani partendo dall’esperienza del Vangelo». Toronto 2002 è già alle porte!