Lettera pastorale per l’anno 2020-2021

La prudenza, virtù dei coraggiosi

Decidersi e agire alla luce della bellezza di Dio

Con questa lettera desidero soffermarmi sulla virtù della prudenza, dopo aver considerato la temperanza nella lettera pastorale del 2018-2019 e la fortezza in quella del 2019-2020. Proseguiamo così l’itinerario di riflessione sulle virtù cardinali, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, abiti spirituali che ci aiutano ad accogliere la grazia offertaci da Dio Padre in Gesù Cristo, Suo Figlio e nostro Signore (nel libro della Sapienza le quattro virtù sono elencate con l’aggiunta che di esse «nulla è più utile agli uomini durante la vita»: 8,7).
La prudenza è «la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo… Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e il male da evitare» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1806). La prudenza, dunque, ci aiuta ad agire in ogni circostanza alla luce dell’orizzonte che dà senso e bellezza alla vita: l’amore di Dio e del prossimo. Essa si fonda sulla certezza che «il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Mc 2,27), e che dunque ogni legge, anche quella morale, va osservata e applicata con opportuno discernimento della situazione reale della persona o delle persone cui si riferisce. Inoltre, la prudenza si ispira alla convinzione che in ogni giudizio relativo ai comportamenti morali il primato va dato alla misericordia, sul modello della compassione che il Signore ha avuto davanti alle folle, «stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore» (cf. Mt. 9,36).
+Bruno Forte