Tre parole abitano il nostro cuore in quest’ultimo giorno dell’anno: tutte e tre sono rivolte al Dio della vita e della storia, cui ‘ come credenti, pellegrini nella notte della fede ‘ rivolgiamo lo sguardo del cuore.
La prima parola è un interrogativo: ‘perché, Signore?’ Non penso di sbagliare se ritengo che esso sia nato in tanti di noi di fronte ai terribili eventi che hanno devastato diversi paesi dell’Asia, provocando la morte di migliaia e migliaia di persone e mettendo a rischio la sopravvivenza di alcuni milioni di esseri umani. Data anche la presenza di numerosissimi occidentali fra le vittime, si può dire che il sisma e il conseguente maremoto del 26 dicembre scorso hanno coinvolto veramente l’intero ‘villaggio globale’, facendo levare dai più diversi contesti del pianeta la domanda angosciosa sull’insopportabile ferita del dolore innocente…
Perché, Signore? ‘Eccomi
01-01-2005