Le ragioni del dialogo

26-11-2005

A differenza di altri paesi europei, l’Italia ha conosciuto un processo di secolarizzazione che – sebbene pervasivo – non sembra finora aver compromesso in maniera decisiva la solidità di una tradizione religiosa di base e di un diffuso attaccamento alla Chiesa. Questo dato si riflette anche nell’atteggiamento di quanti si dichiarano non credenti: dove non si abbia a che fare con reazioni contingenti (quali sembrano essere quelle di alcuni ‘laici’ in conseguenza dei risultati del recente referendum’) o con atteggiamenti legati a fasi o esperienze della vita personale, è possibile riconoscere un’attrazione abbastanza diffusa verso il fatto religioso e verso la Chiesa in particolare, accompagnata da un’attenzione rilevante nei confronti di ogni segno di ascolto o di amicizia che venga loro rivolto dai credenti e dalle istituzioni ecclesiali (ne ho avuto prova ancora la settimana scorsa nel dialogo svoltosi nel Duomo di Milano fra me e l’amico filosofo della scienza Giulio Girello su fede e ragione, davanti a una folla attentissima di ascoltatori).