Una politica di speranza

 Sobrietà e competenza a servizio di tutti

 Sono tantissimi i politici, gli amministratori e i sindacalisti che hanno risposto all’invito dell’Arcivescovo e che, con lui, si riuniranno questa mattina al seminario regionale per celebrare il loro Giubileo.
«Una politica che aiuti a sperare», quella proposta dall’Arcivescovo «per pensare l’attività per la cura della «Città» come un esercizio delicato, competente e meritorio della speranza». E continua: «La politica può essere solo alta: non le è consentita la mediocrità e, meno ancora, la bassezza». Perchè essa è un servizio all’uomo con la sua grandiosità interteriore, la sua alta dignità, il suo essere «immagine» di Dio.
Ma, soprattutto, quella richiamata dall’Arcivescovo è una politica che non ricorre mai all’offesa, posta a servizio di tutti e praticata da «uomini virtuosi». «Voglio pensare – continua – che, almeno per i cristiani, sia possibile, insieme allo sforzo di trovare buone garanzie e regole di vita politica giusta, democratica, partecipata, fare appello alle risorse delle virtù cristiane, energie spirituali per compiere con alta qualità spirituale l’atto politico come tirocinio di servizio a vantaggio del popolo». Una politica che non è a servizio di tutti, infatti, delegittima se stessa. E perchè ciò si realizzi, è necessaria la competenza: «Essa ricerca al massimo – spiega ancora l’Arcivescovo – la coralità nell’ideazione, nella progettazione e nella esecuzione dei progetti».
Responsabilità, competenza, fiducia verso i membri della comunità, prudenza per scegliere il tempo giusto e le procedure adatte: sono i quattro impegni chiesti a quanti si occupano della politica. E poi uno stile: quello della sobrietà. «Gli uomini e le donne della politica e dell’amministrazione – afferma – non dimentichino mai di controllare quanto il loro standard di vita si va divaricando nei confronti di quei cittadini la cui remunerazione stipendiale è ai vertici più bassi della scala sociale». E il pensiero va agli insegnanti, anch’essi servitori dello Stato, ma che soffrono un grave «disagio economico».
«Fra pochi giorni è Natale – spiega – e dalla nascita di Gesù il mondo ha acquistato significato: è questa la parola a cui dobbiamo più tenere perchè essa è pregnante di salvezza». Per una politica che sia impegno di speranza!