Non rattristare lo Spirito

Riflessioni per l'anno pregiubilare 1998

UNA CHIESA NELLA FORZA DELLO SPIRITO
Carissimi!

Ogni comunità della nostra Chiesa diocesana conserva accesa la lampada del Giubileo che vi affidai lo scorso anno. E’ un piccolo lume, non accecante, ma possiede la semplicità e la ricchezza tipiche del simbolo: è un segno capace di evocare ricordi, di indicare presenze, di profetizzare ritorni.

Alla luce della “lampada pregiubilare”

1. Due ricordi della lampada del Giubileo. La lampada del Giubileo vuole aiutare a ricordare anzitutto la luce della fedeche il Cristo ha acceso nella nostra vita il giorno del Battesimo.
E’ soprattutto il ricordo che abbiamo voluto coltivare nell’anno pastorale che appena si chiude, fedeli all’invito che Giovanni Paolo II ci aveva rivolto di riscoprire il fondamentale senso di grazia del Battesimo: “L’impegno di attualizzazione sacramentale[…] potrà far leva, nel corso dell’anno, sulla riscoperta del battesimo come fondamento dell’esistenza cristiana”(GIOVANNI PAOLO II, Lettera ap. Tertio millennio adveniente[10.11.1994], n.40). Ma la lampada del Giubileo vuole simbolicamente ravvivare anche la memoria del fuoco della missione suscitato dallo Spirito nei nostri cuori il giorno della Confermazione, ancora in docile e convinta accondiscendanza a quanto il Papa ci chiede per l’anno pastorale 1998. Egli ci invita a riscoprire nello Spirito tutta la ministerialità della Chiesa. “Rientra pertanto negli impegni primari della preparazione al Giubileo la riscoperta della presenza e dell’azione dello Spirito, che agisce nella Chiesa sia sacramentalmente, soprattutto attraverso la Confermazione, sia attraverso molteplici carismi, compiti e ministeri da lui suscitati per il bene di essa”( TMA, n. 45).
Cosicchè, la lampada del Giubileo ci rammenta un doppio evento di grazia: l’esperienza della luce(Battesimo) e l’esperienza del fuoco (Confermazione). Siamo invitati a rivivere nel nostro spirito la duplice esperienza dello Spirito – quella battesimale e quella confermazionale – che è la nostra partecipazione all’unico evento di Pentecoste che fu e resta un evento di luce e di fuoco. “Apparvro loro lingue dui fuoco, che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro, ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo” (Atti 2, 3-4). Dopo questa rinnovata esperienza dello Spirito in noi, saremo pronti a tornare ancora nel Cenacolo – l’anno prossimo, il 16999 – per compiere, con fervida fede e rinnovato ardore caritativo, l’esperienza del pane (Eucaristia).