Messaggio dell’Arcivescovo per l’inizio dell’anno scolatico

Ai Dirigenti Scolastici, ai Docenti, al Personale non Docente e agli Studenti delle Scuole dell’Arcidiocesi Loro Sedi
Cari Amici,
all’inizio di quest’anno scolastico 2019-2020 auguro di cuore a tutti Voi un’intensa e fruttuosa attività di studio e di crescita umana, culturale e spirituale, da vivere con impegno, serenità e autentica coralità. Prego perché tutto questo si realizzi, mentre offro a Voi tutti come spunto di riflessione un brano della mia lettera pastorale sulla temperanza, centrato sul valore della condivisione, della sobrietà e della responsabilità ecologica. Chi condivide i propri doni con gli altri, rispetta l’ambiente e ne promuove la qualità, non solo manifesta di avere sensibilità verso il bene comune, ma mostra anche di saper riconoscere il dono divino nella creazione e la sua destinazione universale.
Possa il Dio vivente, Creatore e Signore della vita, della natura e della storia, custodire tutti Voi e accompagnarVi nel cammino di crescita personale e collettivo che la scuola propone: Dalla Lettera pastorale per l’anno 2018-2019 “La temperanza, una virtù per il nostro tempo” Un aspetto importante della temperanza è quello che si esprime nella capacità di vivere un giusto distacco dai beni e che aiuta a condividere i nostri doni con chi ha meno di noi o ha più bisogno di noi. In rapporto alle cose, da cui tante volte siamo dipendenti a causa di desideri eccessivi o ambizioni smodate, la temperanza equivale alla sobrietà, a quel dominio di sé che porta a desiderare e volere il solo necessario, perseverando nell’unica vera esigenza, che è quella di piacere a Dio e di fare la Sua volontà.
Lo spirito evangelico della povertà è il nome positivo di questo distacco, e va chiesto in dono al Signore coniugando questa domanda a scelte piccole e grandi di libertà rispetto al possesso e alla volontà di dominio che a volte ci prende… La temperanza, poi, conduce al rispetto verso gli altri, come verso lo spazio pubblico e il bene comune, e trova la sua radice nel senso profondo di riverenza verso il Signore e la Sua presenza misteriosa e viva… Proviamo a esaminarci sulla virtù della temperanza, tanto importante e oggi così poco di moda.
Chiediamoci se nel nostro modo di agire e nelle scelte profonde del nostro cuore siamo temperanti, liberi cioè da noi stessi, dalle cose e dagli altri, liberi per amare Dio e il prossimo come il Signore vuole da noi. Domandiamoci anche se il nostro stile di vita dimostra credibilmente quanto teniamo alla sobrietà, allo spirito evangelico di povertà e al rispetto, vissuto come attitudine fondamentale in ogni relazione con Dio, con gli altri e con il creato, in cui il Signore ha voluto porci come “custodi” del giardino (cf. Gen 2,15)… Poniamoci queste domande sia a livello personale, che comunitario, chiedendoci quale messaggio diamo in questo campo con la nostra vita… Tutti benedico, portandoVi nella preghiera e nel cuore.
Chieti, 12 settembre 2019
Padre Arcivescovo