Lettera agli studenti

Carissimi studenti,

innanzitutto un saluto carico di affetto accompagnato da uno sguardo di preoccupata tenerezza per il mondo giovanile, oggi attraversato da profonde mutazioni e sottoposto a eccessive e talvolta mortificanti verifiche.
Vi confesso di sentirmi a disagio perché tutti, salendo in cattedre mediatiche più o meno improvvisate, alzano lamenti e proclamano che i giovani devono cambiare, mentre gli adulti si sentono al riparo dalle responsabilità e dalla necessità di deporre quegli abiti mentali che hanno contribuito a costruire una società in caduta, in fuga dai valori forti e ogni giorno pronta a cancellare dal proprio vocabolario le parole che fondano una civiltà: solidarietà, condivisione, fraternità e quelle che illustrano ogni persona: speranza, spiritualità, fedeltà.
Per questo, mentre le porte degli Istituti si sono appena aperte per la nuova stagione scolastica, avverto il bisogno di donarvi alcuni auguri in sintonia con lo spirito del nostro tempo e con le vostre speranze più autentiche.

Vi auguro un anno di crescita culturale complessiva, integralmente ancorata alla visione della centralità della persona e consapevole che il nutrimento della mente senza il pane per l’anima diventa solo fredda acquisizione di un sapere sradicato dalla comprensione del senso pieno del vivere.

Vi auguro di non coltivare sterili e aprioristiche contrapposizioni, ma di crescere nel dialogo con i vostri educatori per costruire una tavola sapienzale dove insieme si è capaci di leggere la complessità dell’attuale momento storico, e nel contempo di immettersi nel sentiero della “maturità” di vita.

Vi auguro di edificare una scuola che cresce in una circolarità di apporti e di rapporti e che accoglie il contributo e la presenza della famiglia come ricchezza che illumina i percorsi educativi.

Vi auguro di essere non spettatori ma protagonisti dei cambiamenti: alla riforma “burocratica” attraversata da lodevoli riflessioni e da preoccupazioni rivendicative si saldi la riforma delle coscienze (ovvero, la maturazione della consapevolezza che l’indifferenza al senso etico del vivere conduce al naufragio della scuola e della società ), e la riforma dell’impegno personale: nella vita nessuno vi regalerà mai nulla. Tutto sarà sempre e unicamente il frutto dei vostri sacrifici e delle vostre fatiche ( la vita non è storia di mendicità ma intreccio forte di diritti-doveri, libertà, responsabilità ).

Vi auguro di attivare la prassi del corredare: non sarà sufficiente il titolo di studio per entrare nei meccanismi del mondo contemporaneo. Strappate il tempo alla banalizzazione, non sciupatelo, ma riempitelo di quel corredo di conoscenze che, integrate con i quotidiani cammini scolastici, vi permetterà di giocare a tutto campo la partita della professione e della direzione da imprimere all’esistenza.

Vi auguro di restituire bellezza e dignità al divertimento. Non lasciatevi manipolare dalla grande macchina commerciale che vi vuole solo passivi consumatori di artificiosi momenti di euforia. Fuggite gli accoliti del demonio: gli spacciatori della non sacralità della vita, della mercificazione del corpo, dell’amore usa e getta, della libertà senza verità, dei desideri confusi con gli oggetti da esibire, della realizzazione personale perseguita abbassando la saracinesca dinanzi alle povertà e ai bisogni degli altri, della famiglia come istituzione superata “dalla modernità” di convivenze senza vincoli stabili.

Ed è proprio l’icona della famiglia di Nazareth che vi affido con paterna sollecitudine, per tornare ad apprendere i linguaggi della tenerezza educante, dell’affidamento ai progetti che Dio ha sulla storia e su ciascuno di noi, della fuga dagli Erodi di turno che continuano a “uccidere” quanti si “ostinano” a far entrare la logica di Dio dentro le logiche degli uomini. Siate figli di Dio. Accettate il rischio di Dio. Scommettete per Dio. Se Dio entra nella vostra vita non dalla porta di servizio, ma dalla porta principale, investe tutta la vostra esistenza: cesserete di essere mendicanti di gioia. La pienezza di gioia che Dio vi donerà sarà il vostro maestro interiore. E non avrà mai il volto coperto di rughe.

Vi benedico assieme ai vostri educatori e accompagnatori ringraziandoli per quanto fanno a vostro vantaggio con professionale competenza e appassionato impegno.

18 settembre 2002
Memoria liturgica di S. Giuseppe da Copertino
Patrono degli studenti