L’etica e la terra

 Per una cultura dell'ambiente

 «La terra è ‘luogo dei misteri’ e l’uomo è chiamato a scoprirli, rispettarli, viverli». È l’idea lanciata dall’Arcivescovo al terzo forum della Federazione Italiana della scienza della terra (Fist) che si è svolto la settimana scorsa nella facoltà di Geologia a Chieti.
«Affacciandomi dalla torre medievale della Curia ‘ ha continuato ‘ vedo delle forsennate costruzioni e non si capisce il perché. Occorre coniugare in pienezza il binomio territorio ed etica considerando quest’ultima non come l’organigramma dei limiti, ma piuttosto come libertà sapiente, al fine di porre in essere una gestione delle tante risorse orientata al bene dell’uomo».
Il giardino è di Dio, ha richiamato l’Arcivescovo, e per questo non può essere considerato semplicemente come un luogo tecnico: «E’ importante ‘ ha aggiunto ‘ che l’uomo abbia nei confronti della terra un profondo senso religioso che gli consente di abitarla con umiltà, con viva adorazione, al fine di celebrare questa liturgia di lode che risponde all’affidamento del Creatore».
Il 3° Forum della Federazione italiana della scienze della terra (Fist), in assenza del ministro Piero Lunardi, impegnato a Roma, è stato introdotto dal prof. Uberto Crescenti e con gli indirizzi di saluto del rettore dell’ateneo dannunziano, Franco Cuccurullo, del vice presidente Fist Calo Bosi che ha conferito la medaglia “Plinius” (disegnata da Guttuso) al prof. Piro Manetti. Il dibattito è iniziato prospettando l’ipotesi di un meteorite caduto nell’Olocene (alcune centinaia di migliaia d’anni fa) sul Sirente a 1100 metri, dov’è il lago stagionale “Prati del Sirente”. Oggi alle 11 tavola rotonda su “Cambiamenti climatici». Al centro dell’attenzione l’evoluzione dell’area pedemontana abruzzese durante il Pliocene ed il Pleistocene (da 5,3 milioni di anni ad oggi). Sono stati anche presentati lavori sull’evoluzione della Maiella durante il Cretacico superiore (da 80 a 60 milioni di anni fa).
Numerose le relazioni presentate non solo da ricercatori dell’università di Chieti, ma anche da studiosi stranieri