Dichiarazione di mons. Bruno Forte circa l’omicidio avvenuto a Vasto

A Vasto tre famiglie sono state duramente colpite, perché ognuna ha perso un figlio. Roberta Smargiassi è morta a 34 anni il 1 Luglio 2016, investita da Italo D’Elisa, un 22enne che non si era fermato al semaforo rosso. Il marito di Roberta, Fabio Di Lello, il 2 febbraio 2017 ha ucciso Italo con tre colpi al cuore. Era distrutto da un dolore che niente è servito a lenire. L’Arcivescovo Bruno Forte ha dichiarato all’ANSA: “Avverto innanzitutto un senso di grande dolore per le tre giovani vite spezzate, quella della ragazza morta per l’incidente, quella del giovane ucciso e quella dell’assassino, perché la sua esistenza è stata stravolta in maniera profonda. Quello che addolora è che questo giovane, esasperato dalle lentezze di una giustizia che a suo avviso non dava segni nei confronti di colui che aveva investito la moglie, abbia reagito facendosi giustizia da sé.
 
La vendetta non è mai giustizia. La vendetta produce solo ulteriore sofferenza e altri mali. Da una parte, dunque, va ribadito il no assoluto a cercare giustizia da sé, dall’altra va colta una sollecitazione alla giustizia perché sia più rapida. Una giustizia lenta non è mai giustizia e può produrre anche effetti tragici come questi a cui si è assistito a Vasto. Al di là delle precisazioni tecnico-giuridiche, che competono giustamente ai magistrati, era questo il sentimento popolare diffuso di fronte a una giovane vita spezzata, quella della giovane moglie uccisa. Appare chiaro che tra la gente c’era un’esigenza di giustizia e verità, espressasi anche in una fiaccolata con larga partecipazione di popolo. Evidentemente, giustizia non è mai giustizialismo, né quel movimento di opinione, legittimo in sé, poteva giustificare l’uso della violenza su colui che era stato responsabile dell’incidente”.