Come il levita di Cipro

 Otto per mille

 Da sempre la Chiesa ha coinvolto il popolo santo di Dio a partecipare alla sua missione salvifica e alla sua opera di evangelizzazione, invitandolo a «sovvenire» alle proprie necessità. È, questa, «un’educazione storica», iniziata al principio della vita della Chiesa con l’insegnamento degli Apostoli. «La moltitudine dei credenti aveva un cuor solo e un’anima sola. Né vi era chi dicesse suo quello che possedeva, ma tutto era tra loro in comune. Non vi era alcun bisogno tra loro, perché quanti possedevano terreni o case li vendevano e, preso il prezzo delle cose vendute, lo mettevano a disposizione degli Apostoli che lo distribuivano a ciascuno secondo il bisogno». (At. 4,32). A questo riguardo, gli stessi Atti degli Apostoli, subito dopo (At. 4,36), ci offrono un testimone esemplare che ad un tempo riassume partecipazione e solidarietà: Giuseppe, un levita di Cipro, vende il proprio campo consegnando l’importo ricavato agli Apostoli. Da allora è cominciata la storia di solidarietà con la quale il popolo santo di Dio continua ad esprimere anche oggi il proprio impegno di carità e il proprio sostegno per l’evangelizzazione. La collaborazione e la partecipazione dei fedeli alla vita della Chiesa, così, si esprimeva allora e si riconferma oggi nell’offerta disponibile e semplice delle piccole cose, come la vedova del Vangelo che, ricca della sua generosa povertà, non tralascia di offrire al tempio un obolo: «Giunta una povera vedova vi gettò due spiccioli, equivalenti ad un quadrante. Allora (Gesù) chiamati i suoi discepoli disse loro: «In verità vi dico che questa povera vedova ha dato di più di tutti quelli che hanno gettato nel tesoro, perché tutti gli altri hanno dato del loro superfluo ma essa, nella sua indigenza, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto il suo sostentamento». (Mc. 12,42-44). Anche noi siamo chiamati a contribuire con generosità alla vita della Chiesa dei nostri giorni. Nel 2000, grazie all’impegno di tanti, sono stati effettuati molteplici interventi in Italia e nel mondo. Tra gli altri, sono stati avviati progetti per i Paesi in via di sviluppo, si è posto rimedio alle esigenze di culto nelle diocesi e nelle parrocchie italiane con la costruzione di chiese e con i restauri e la tutela del patrimonio artistico, è stato assicurato il sostentamento ai sacerdoti. Provvedere alle necessità dei sacerdoti perché annuncino il Vangelo, celebrino i sacramenti e offrano conforto a tutti senza l’affanno delle preoccupazioni terrene, è un farsi collaboratori nella evangelizzazione. Non va dimenticato, infatti, che il primo compito della comunità cristiana e dei suoi ministri in particolare è quello di «raccontare il Vangelo» per offrire, con libertà e franchezza, agli uomini e alle donne di ogni tempo la Parola vera e viva di Cristo, unica salvezza e speranza per il mondo. Destinando l’Otto per mille alla Chiesa cattolica, si contribuisce inoltre a salvare vite umane e a curare i malati, a porre strutture adeguate per i giovani in difficoltà, ad aprire centri di ascolto per le famiglie e a costruire locali per le catechesi. Mi piace pensare che ogni battezzato della mia Chiesa locale voglia farsi carico di un gesto di libertà e di responsabilità che, pur non costando nulla, consentirà all’intera Chiesa di essere presenza dinamica di verità e di carità nella storia. Per questo, incoraggio a firmare per l’Otto per mille e benedico